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Negli otto secoli della sua storia, l'Università di Padova ha saputo svolgere nella filosofia e negli studia humanitatis un ruolo di grande rilevanza. E non solo nella realtà italiana, dove è stata costantemente uno dei centri più importanti, ma anche a livello della cultura europea, all'interno della quale si è sempre inserita con indiscussa autorevolezza. Fin dalle sue origini, nei secoli di passaggio al «mondo nuovo» che nasce con la riscoperta dell'antico, quando il ritorno all'antico è stato apertura al futuro, la filosofia patavina, che faceva tutt'uno con gli studia humanitatis intesi in senso largo e pieno, è stata protagonista sulla scena del pensiero, procedendo con un metodo fondato su una razionalità «laica», libera nelle sue indagini da pregiudiziali di qualsiasi genere, anche da quelle di carattere religioso: una razionalità critica che insegna a ragionare de naturalibus naturaliter, con Pietro d'Abano, con Marsilio, con tutti gli altri grandi «aristotelici» del Rinascimento, fino a Galileo, diventando «luogo» geografico e storico della nascita della scienza moderna.