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Un libro per molti aspetti nuovo, che si impegna a conciliare due ambiti differenti del sapere, ingiustamente e troppo a lungo separati: da una parte le scienze considerate "esatte"; dall'altra quello che consideriamo, sbrigativamente, "letteratura". Ma in realtà la letteratura sa da sempre, come tutte le arti sanno, che cos'è la percezione, cioè il modo per comprendere il mondo, ciò che consideriamo realtà. Cultura umanistica e cultura scientifica, specialmente in Italia, sono dominii del sapere che non dialogano, o, se lo fanno, non sanno cosa dirsi. Invece potrebbero riunirsi per comprendere uno dei misteri più profondi della nostra vita: la conoscenza, su cui gli scrittori hanno composto opere penetranti, specialmente tre grandi autori novecenteschi: Marcel Proust, Virginia Woolf, Hugo von Hofmannsthal. Alle loro opere è dedicato questo libro, che potrà essere letto da umanisti come da neuroscienziati, perché comprende aspetti, questioni e interrogativi pertinenti a entrambi i campi del sapere. Il suo tema è la percezione, il suo tentativo è la ricongiunzione di due segmenti del sapere che insieme potrebbero portare a deduzioni inedite, illuminanti, rivoluzionarie.