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La popolazione di un istituto penitenziario è spesso variegata, in tutte le classificazioni accessibili: età, estrazione sociale, nazionalità, credo religioso. Ogni giorno si possono aprire scenari diversi da affrontare e gestire, senza che nulla venga mai lasciato al caso. È per questo che, nella sua lunga carriera in ambito psichiatrico, di ogni singola persona con la quale è entrata in contatto, Rosalba Trabalzini ha sempre cercato di capire non tanto le ragioni addotte per giustificare crimini e reati - ognuno ha una sua scusante per placare i propri sensi di colpa -, ma piuttosto come sia stato possibile che individui come Angelo Izzo e Aureliano Romano siano arrivati a mettere in atto comportamenti di violenza efferata. Andando oltre la reale patologia psichiatrica - popolata di percezioni sensoriali alterate, visive e uditive o infarcita di pensieri deliranti -, l'autrice indaga soprattutto le reazioni abnormi messe in atto in cinque casi di violenza sulle donne, tre dei quali sfociati in omicidio, per cercare di capire e spiegare come e quando Abele si tramuta in Caino. Prefazione di Alessandra Dino.