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Fino all'età di trentasette anni, Kàmila si era identificata con il genere maschile pensando di essere omosessuale. Raggiunta la consapevolezza di essere invece una donna è migrata dal Medio Oriente a Firenze per cambiare sesso. Nel corso della sua vita si era confrontata con la violenza simbolica e fisica, ma il processo di transizione sessuale che ha intrapreso le ha aperto una via verso la trasformazione sociale, culturale e dell'attrazione, contribuendo al raggiungimento della piena felicità. "La storia di Kàmila" è un caso di studio della dimensione privata, intima, che si confronta con gli aspetti pubblici del transgenderismo e della migrazione forzata. Dall'analisi di Laura Guidi emergono le dinamiche individuali e sociali vissute entro una società eteronormata che fatica ancora a essere inclusiva nei confronti della transessualità: vengono restituiti punti di vista ed esperienze di vita di una parte del mondo LGBTQ. Il queer non è solo l'oggetto di studio ma anche l'approccio teorico per pensare al genere e alla sessualità come costruzioni sociali anziché come certezze biologiche correlate.