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Bombay Brokers è la risposta etnografica ad alcune delle domande che da decenni impegnano molti studiosi di scienze sociali. Come si spiega una metropoli? Come la si racconta in modo che sia possibile comprenderne il senso e la funzione, la radice storica e la prospettiva a venire? Non si tratta di interrogativi oziosi, ma di questioni centrali che gli amministratori, i decisori politici e i pianificatori urbani rivolgono agli scienziati sociali, agli urbanisti, ai sociologi e agli antropologi urbani. La risposta che questo libro fornisce è lineare nella sua complessità: raccontare le vite, scegliendo la prospettiva del lavoro. Chi lavora in una megalopoli come Mumbai? Come ci si guadagna da vivere? Oltre la superficie del lavoro istituzionalizzato, una metropoli è prima di tutto uno spazio brulicante di inventiva e immaginazione. Senza celebrare la libera iniziativa ortodossa e senza svilire l'imprenditoria nella cinica retorica del liberalismo, il volume racconta le vite dell'imprenditoria informale, che procura qualunque bene o servizio attraverso reti ufficiose fatte di contatti e reciprocità.