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"Si vive di danze, di ballo sociale". È questo il verso di una bella canzone di Ivano Fossati, in cui è racchiuso il significato del libro. L'autore si misura con l'assillo dei suoi ultimi vent'anni: com'è possibile contrastare l'individualismo proprietario e i valori neoliberali egemoni oggi, come si può prospettare una vita più appagante, esaltante e felice senza cadere nel moralismo civico ma additando la via del desiderio? Ove per desiderio si intenda non il nichilismo del godimento sfrenato, ma la progettualità politica e sociale volta a fare i conti con qualcosa di indefinibile che non si soddisfa mai e ha bisogno quindi anche dell'autorità per non cadere nell'illusione dell'appagamento tramite il dominio, per tenere aperto quel desiderio fi no alla fi ne dei propri giorni. Autorità e desiderio, ordine e libertà sono i corni di un dilemma da cui non è possibile uscire per l'essere umano. Rappresentano gli estremi di un'oscillazione che può essere esaltante per gli uomini e le donne della democrazia intesa come ballo popolare che affronta il dilemma tragico dell'esistere con la forza dell'affetto e della solidarietà sociale.