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Tra il dicembre 1937 e il gennaio 1938, l'esercito giapponese trucidò circa trecentomila persone a Nanchino, allora capitale del paese orientale. Il terribile avvenimento non ha lasciato molti segni nei libri di storia. Le domande di fondo sono: perché lo fecero? Perché in quel modo,estremamente crudele? E perché tale inaudito atto stragistico non ha trovato il suo posto nei libri di storia, nei manuali, nella storia della Cina come del Giappone? A partire da queste domande, il giornalista Tiziano Tussi scava fino al fondo della verità dietro il massacro, dimostrando ancora una volta come la storia dell'uomo sia sempre una miniera da scoprire e che ogni definizione di periodi storici con categorie manichee ha poco a che fare con la vita reale dell'uomo reale.