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Il giornalismo ha escogitato un mezzo per indagare nelle vite degli scrittori: l'intervista. A questo sguardo indiscreto essi reagiscono inventando un nuovo genere letterario, l'intervista immaginata: un escamotage con cui schermare la propria intimità e al contempo capovolgere il faro della stampa innanzitutto contro gli stessi intervistatori. Fingendo di esserlo a loro volta, gli autori riusciranno a parlare con i fantasmi del nostro immaginario. Ridotti al rango di personaggi, tutti i loro interlocutori vengono sottoposti alle deformazioni dell'ironia, della satira, dell'autorappresentazione. Ricostruendo le mutazioni dell'intervista fittizia nei diversi supporti, dalla carta stampata alla radio, dalla televisione ai dispositivi digitali, Guido Mattia Gallerani, con un ricco repertorio e spoglio di testi teorici e creativi dell'Otto-Novecento, fa sfilare opere e nomi mostrando come il contesto mediatico, con le sue leggi e i suoi conflitti, diventi teatro di una rivincita autoriale, combattuta con la doppia arma dell'imitazione giornalistica e dell'invenzione romanzesca.