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Quest'antologia si ispira a una delle più belle e conosciute poesie di Giacomo Leopardi, L'Infinito, che parla di un processo interiore; di come, partendo gradualmente dalle concrete esperienze sensoriali (quali il colle solitario, la siepe, il vento, il fruscio delle foglie), si giunga a immaginare che ciò non abbia limiti spaziali e temporali, fino a sprofondare in quella sensazione assoluta che permette all'immaginazione di innalzarsi, finché anche il cuore non arrivi a provare una forte emozione. Vogliamo augurare ai nostri preziosi e insostituibili autori di trovare il proprio Colle dell'Infinito, quel posto solitario e silenzioso, pieno di ricordi lontani ma vividi nella mente, che si fondono con le percezioni del presente; quel posto dove si può sognare, meditare e volare con l'immaginazione oltre l'estremo orizzonte fisico. Quel luogo dove si aprono spazi sterminati, dove aleggia una grande e sovrumana quiete che dà vita a stupendi componimenti. Parole e righe che lasciano il segno in chi ha il privilegio di poterle leggere. Grazie, ancora una volta, di averci voluto donare questi versi che ci immergono in infinite e dolci sensazioni. [...]E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.