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Un bimbo che scopre, mano mano che passa il tempo, nuove e interessanti "cose", fuori e dentro sé stesso. Un mondo, con le sue tradizioni ormai tramontate, dove giganteggia la figura di un personaggio eccentrico, fuori dal contesto paesano, che tuttavia rivive con piacere ogni volta che vi si butta dentro. L'eccentricità emerge ancora nel comportamento di una figura femminile che mal sopporta il mondo in cui vive. Lo subisce, per certi versi. Per altri fa da valvola di sfogo alle sue, apparentemente inconsapevoli, afflizioni, figlie di una sua misantropia, forse congenita, forse derivata. La nostalgia di un emigrato che, giunto alla vecchiaia, vive con amarezza il suo status e, guardando il suo nipotino, si consola al fatto che il piccolo non dovrà abbandonare la madre terra, come è successo a lui. Una rappresentazione di luoghi, comportamenti, azioni e costumi ormai in disuso, modificati o spariti, che tenevano sentimentalmente e materialmente unita e affiatata la comunità di un paesello della Calabria, Comerconi, che è il palcoscenico di quasi tutto ciò che viene ritrovato "dietro la porta" dei ricordi dell'autore e rappresentato nel libro.