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Le lettere, i biglietti agli amici, le confidenze ai familiari riportate nel volume svelano un Koltès inedito, molto lontano dalla crudezza dei testi teatrali conosciuti dal pubblico italiano: ne esce il ritratto di un animo sensibile, sempre in tensione tra il desiderio di emergere nel mondo culturale francese e internazionale e la paura del fallimento artistico. Dall'infanzia all'età matura, l'inconfondibile voce di Koltès accompagna il lettore in un autentico viaggio, non solo affettivo e spirituale, ma propriamente 'fisico': dall'Africa al Sud America, fino ai lunghi soggiorni a New York e a Parigi, la geografia sembra dominare l'epistolario, «come a rivelare che il legame con il luogo non sia un mero dispositivo drammaturgico e letterario, ma prima di tutto una realtà esistenziale e autobiografica». A cura di Stefano Casi