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Il libro non è soltanto un testo teatrale, ma anche un lavoro di ricostruzione e riproposizione poetica, fra storia, mito e leggenda sulle tracce di Gesualdo da Venosa. Il tentativo di sottrarre all'oblio un personaggio pieno di contraddizioni e turbamenti, in un contesto storico, quello tra fine Cinquecento e inizio Seicento, cupo e violento, eppure ricco di scoperte rivoluzionarie. E, come in un quadro di Caravaggio, tra luce e ombra, provare a ricostruirne il mosaico: la vita, l'epoca, i sentimenti, la religione, la colpa, il dovere, la forma e la musica. Come in un madrigale, tessere la trama delle mille voci della mente di Gesualdo, la polifonia dissonante della sua coscienza e delle sue passioni, esplorando il confine tra narrazione e teatro drammatico proprio come, all'inizio del Seicento, la composizione musicale oscillava tra polifonia e monodia, tra la pittura musicale dei testi e la nascita del melodramma.