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Alberto Bruni è nei guai fino al collo. Una sua inchiesta giornalistica mai pubblicata sulle opere d'arte nei piccoli musei locali ha avuto un risvolto insolito. Proprio a Mozia, in Sicilia, al Museo Archeologico di Capocolonna, in Calabria, e nel Castello di Fumone, nel sud del Lazio, sono avvenuti tre furti contemporaneamente. Tre furti di valore ingente e un morto ammazzato. La polizia bussa a casa sua e chiede spiegazioni sospettando un coinvolgimento. Alberto cade dalle nuvole, il suo era solo un articolo che voleva dimostrare la fragilità del sistema museale in Italia, non certo un invito o peggio un progetto di una triplice rapina. I poliziotti gli credono, e poi in fondo hanno altro su cui indagare a Milano, città dai mille volti e pericoli. Per Alberto, invece, cinquantenne separato alle prese con una vita piuttosto disordinata e difficile, inizia una nuova indagine nelle vesti di giornalista con il fiuto del detective. Non è solo una questione di orgoglio o di impegno professionale: in ballo c'è anche la vita di Zoya, una prostituta eritrea che conosce da tempo e a cui a modo suo vuole bene. Ma le cose si complicano ogni giorno di più, e per Alberto, che indaga assieme ad un suo più giovane collega, i rischi del mestiere diventano qualcosa di molto serio e pericoloso...