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L'uomo magico, a differenza dell'uomo culto, è fortemente esposto alla «crisi della presenza» e nei momenti critici dell'esistenza può esserne investito. Nella realtà in cui vive i fenomeni paranormali sono possibili sebbene il rischio estremo dell'assenza di separazione tra sé e mondo, che lo distingue dall'uomo culto, si possa concretizzare in una condizione di totale passività oppure nella insorgenza caotica di impulsi incontrollati. In questi ultimi aspetti dell'opera demartiniana del '48 sembra emergere l'influenza, linguistica e concettuale, dell'Automatisme psychologique di Pierre Janet. Il libro affronta tali tematiche e altre, centrali nella teoria demartiniana della magia, in modo scientifico-divulgativo, senza prescindere da quelle componenti tecniche essenziali per segnalare connessioni e influenze, relazioni e contatti tra Ernesto De Martino e altri studiosi nel periodo compreso tra il 1930 e il 1948, anno di pubblicazione del Mondo magico.