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Se "Il capitale" rimane un testo inaggirabile per ogni rivoluzionario che voglia dare solide basi alla propria passione, lo si deve a un metodo di analisi che, come scrisse Lenin, "ha dato un criterio completamente oggettivo, discriminando i rapporti di produzione come struttura della società e dando la possibilità di applicare a questi rapporti quel criterio scientifico generale della reiterabilità, la cui applicazione alla sociologia era negata dai soggettivisti. [...] Marx non si limitò alla sola "teoria economica" nel senso abituale della parola, [...] investigò ciò nondimeno sempre e dappertutto le sovrastrutture corrispondenti a questi rapporti di produzione, rivestì lo scheletro di carne e di sangue. Se "Il capitale" ebbe un successo così gigantesco, è perché questo libro di un "economista tedesco" mostrò al lettore tutta la formazione sociale capitalistica come una cosa viva, con i suoi aspetti della vita quotidiana, con le manifestazioni sociali concrete dell'antagonismo delle classi inerenti ai rapporti di produzione". Il volume è introdotto dal primo capitolo di "Lotte di classe e Partito rivoluzionario" di Arrigo Cervetto, in cui sono riprese le tesi di Lenin sull'opera di Marx.