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«Il mare oggi è calmo, di una calma irreversibile, totale. Lo scarico della fogna crea tanti piccoli ingorghi prima di fluire nell'acqua, una vena nera che il mare non riesce più a respingere. E così il mare morirà: morirà di stanchezza e d'umanità. Ritornerò domani, oggi il sole è troppo intenso, fastidioso come il troppo silenzio: il primo sa di festa, di cose allegre, il secondo di funerale già avvenuto. Ritornerò domani sperando nella pioggia e nei gabbiani. M'incammino verso casa. Non mi sono mai piaciuti i malati come il mare, non riesci a capire fino a che punto sono veri; li compatisci e li detesti; non li ami più, li sopporti appena, li osservi con distacco, con l'occhio scientifico del ricercatore. Puoi scoprire le cose meno evidenti ma più importanti come la sottile vena nera che ieri c'era ma appariva diversa, meno insistente e meno insinuante: oggi il mare si sta permeando tutta di lei e quindi di noi».