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Quanti di noi, almeno per un giorno nella vita, avrebbero voluto essere qualcun altro, stare nel corpo di un'altra persona, nella sua testa, nel suo cuore, giusto per capire con quale coraggio riuscisse a farti tanto male, a dirti parole che avrebbero cambiato il senso della tua vita: bastavano cinque lettere per ferirti, come cinque proiettili di una calibro nove... Ho vissuto l'adolescenza, gli anni più belli per qualsiasi ragazza, con angoscia e dolore. Mentre il mio cuore ogni giorno veniva ferito da chi avrebbe dovuto darmi solo amore, la musica cercava di ricucire quelle ferite tanto profonde da cambiarmi per sempre: erano note scese dal cielo per salvarmi la vita. Pensavo che almeno tu, mamma, mi avresti salvato dai mostri cattivi e invece... Scusa, se non mi chiamo Fabrizio.