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"Scappare dai luoghi dell'infanzia, allontanarsi dal proprio passato, dai propri affetti, scappare da una gabbia sempre più stretta. La protagonista non accetta sentirsi chiusa nel gioco delle regole, e ribellarsi ai codici della famiglia per lei è un imperativo categorico. Lei come tutte le altre donne del clan rimanevano comunque strumenti in mano altrui, da utilizzare per necessità. Gli stessi momenti dell'infanzia erano limitati in una ragnatela ben stretta e vigilata, i ricordi e le fantasie del periodo adolescenziale affioravano quasi con prepotenza nelle dinamiche della quotidianità. I gesti della sua vita vibravano sulle frequenze riattivando quelle reti energetiche che sempre fanno emergere ricordi e sofferenze del passato. I paradigmi sociali di cui lei è figlia, la tormenteranno ovunque, per tutta la vita." (Vincenzo Abramo)