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"Mieluson" è il diario degli incontri tra il giovane René e il docile agnello Mieluson. In dodici giornate-capitoli, René, il pensiero articolato dalla ragione cartesiana, scopre l'impensabile costituito dalla Bontà, Bellezza, Verità di ciò che è piccolo, candido, bianco. Egli può scrivere allora un'altra filosofia, una filosofia dell'anima e della Luce divina. In ogni capitolo, i simboli proposti al lettore abbondano: la luna, il cane, un calendario, un computer, la neve, un soffione, uno specchio, l'ulivo, le carriole, la grotta, il roseto senza spine... Essi diventano occasione per dipingere una serie di riflessioni sull'uomo, la morte, il tempo, il mondo tecnocratico, la poesia, l'amicizia, le piccole cose, la fede, la bontà, la pace, l'amore, Dio. Illustrato dagli acquerelli di Agnès Magnan e introdotto dalla piuma di Emanuele Pini, questo racconto filosofico non è vox clamantis in deserto, ma appello alle corali carovane della tradizione letteraria e filosofica occidentale (da Omero a Simone Weil). Sulla scia dei dialoghi platonici, di "Platero e io" di Jiménez, de "Il Piccolo Principe" di Saint-Exupéry, "Mieluson", in una contemporaneità oscura, è il libro in cui bagnarsi,