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Il sonetto nella sua lunga storia si è adattato a qualsiasi argomento, contesto e forma. Non solo simplex come l'ha definito Antonio da Tempo, ma anche rinterzato, caudato, doppio, anacreontico; non solo endecasillabi ma (anche) settenari e persino quinari. In ogni caso sempre eclettico, polimorfo, sempre riconoscibile ma sempre diverso. Questo libro racconta la storia inedita di una forma speciale, il sonetto continuo, così chiamato perché le rime dei primi versi continuano sino alla fine, ignorando pour cause la regola della variazione tra quartine e terzine, tra fronte e sirma. Da qui altre stranezze, eccezioni, virtuosismi che ne caratterizzano la lingua e lo stile, e ne decidono spesso gli argomenti, i nuclei tematici e l'organizzazione del discorso. Attraverso la lettura ravvicinata di singoli testi esemplari, alternata all'interpretazione complessiva dei dati, il libro individua varianti e invarianti, distingue filiere, evidenzia denominatori comuni, riflette criticamente su un corpus di oltre 150 sonetti raccolti in otto secoli di storia poetica nazionale, dalle prime realizzazioni duecentesche fino alla stretta contemporaneità.