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Il mito del vampiro non è affatto una sciocchezza. È strettamente collegato al passaggio fondamentale dell'esistenza umana, quello tra la vita e la morte, che l'esperienza mostra essere inequivocabilmente a senso unico. Nella letteratura il vampiro è entrato quasi per caso, in un gioco per sfuggire alla noia di giovani aristocratici inglesi, in una villa sul lago di Ginevra di un'estate piovosa, all'inizio dell'Ottocento e, alla fine dello stesso secolo, ha trovato un'identità precisa nel personaggio storico del conte Vlad Dracula, vissuto in Valacchia e in Transilvania nel 1400. Per sopravvivere Dracula ha, però, dovuto reinventarsi in ruoli diversi: dall'orrore più nero all'umorismo più macabro e sgangherato, ma sempre con il fine sottinteso di esorcizzare la paura della morte, insita da sempre nell'animo umano. Ancora oggi la nostra cultura popolare è invasa dallo stereotipo di Dracula il vampiro, nei libri, nel cinema, nella televisione, nei cartoni animati e persino nei giochi dei bambini. Ma chi era davvero Dracula e quali radici ha il mito che tutti conosciamo?