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Dal 1645, con l'inizio della guerra di Candia, le straordinarie esigenze finanziarie legate alla difesa di uno dei capisaldi del suo dominio "da Mar" indussero la Repubblica di Venezia a posporre a questo ogni altro proposito. Ciò portò a un atteggiamento più incline a privilegiare gli interessi economico-finanziari rispetto a quelli sovrani. Le istituzioni signorili e feudali ottennero non solo di conservare immunità e prerogative, ma anche di diventare oggetto di compravendite estese a tutte le province suddite. L'approdo nei ranghi dei feudatari giurisdizionali e l'esercizio privato di 'iura regalia' dalla consistenza più ampia possibile divennero un obiettivo assai seducente, anche se la sostanziale impossibilità statale di modificare a proprio interesse gli equilibri locali finì per limitare di molto le nuove infeudazioni, lasciando inappagati numerosi aspiranti al "marchio d'onore". Anche nel corso del Settecento il rapporto tra poteri pubblici e privati non conobbe significative estensioni dei primi a scapito dei secondi, nonostante i tentativi di riforma degli ultimi decenni, l'ultimo periodo di vita della Repubblica di Venezia.