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L'opera è divisa in tre parti. La prima raccoglie il dolore emergente dagli scritti di Bernanos, Dostoevskij, De Unamuno, Gide, Mauriac, Von Le Fort, Silone e lo raffronta con quello di Manzoni/Pomilio. La seconda scandaglia il senso della "parola sventura" che impregna i sette capitoli del romanzo. La terza ne studia i personaggi. Segue un commento alle fonti che lo hanno ispirato.