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L'opera costituisce una rivisitazione dell'operato e della gloria del coreografo Salvatore Viganò (1769-1821). Figura centrale nello sviluppo dell'arte della danza agli albori del romanticismo, fu ritenuto da Stendhal uno dei maggiori personaggi del suo tempo. Per Salvatore Viganò Beethoven compose "Le Creature di Prometeo". Come ballerino, accanto alla moglie Maria Medina, conquistò le platee di mezza Europa, ma fu il suo lavoro come coreografo a portarlo al culmine della fama a Milano. L'eco della sua celebrità è forte ancora oggi, il che giustifica le accurate ricerche intraprese dagli autori del volume per restituire e interpretare il senso delle sue opere.