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L'opera prende in esame la produzione scientifica kantiana tra il 1755 e il 1760. In questo periodo si registra la maggiore concentrazione di scritti di filosofia della natura, in un rilevante intreccio di temi e prospettive che incisero sugli sviluppi del pensiero della maturità. Al centro sta il tema della materia, su cui convergono De igne (traduzione integrale in Appendice) e Monadologia physica. Lo svolgimento documenta l'originario interesse di Kant per la chimica e il concetto di una materia elastica, attorno al quale il Magister collazionava l'etere di Newton, l'aria di Hales e il flogisto di Stahl: momento tra i più significativi del sincretismo dell'autore. La discussione sulla materia in relazione allo spazio (elevato a dignità di principio della conoscenza metafisica nella Nova dilucidatio) documenta altresì le attenzioni agli sviluppi del newtonianesimo inglese (oltre che olandese) con anticipazione dei termini della seconda antinomia matematica.