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Il problema della scelta tra passato prossimo e passato remoto, regolata ancora da criteri rigidi risalenti ai primi del Novecento, si è complicato durante gli ultimi cento anni fino a divenire oggi quasi insolubile sia nell'italiano scritto che in quello parlato, tanto da indurre qualche studioso a credere che la scelta tra l'uno e l'altro tempo sia casuale. Il presente lavoro parte dalla tesi opposta: la scelta tra i due tempi non è mai casuale, almeno quando a esprimersi è un italiano colto. A questo scopo è stato scelto un corpus formato dai libri-intervista di quattro indiscussi maestri della letteratura italiana contemporanea, per un'analisi delle loro scelte tra i due tempi, in un genere letterario che si pone a cavallo tra lingua scritta e lingua parlata.