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Il testo di Papini non è uno "scartafaccio" e, per seguire l'allusione manzoniana, non richiede che sia rifatta la "dicitura". Vittorio Capuzza è, in questo caso, un rispettoso maieuta ma, una volta restituiti i "foglietti" alla luce, ovvero all'attenzione del lettore curioso, si trasforma in un ecdotico esegeta del testo come del suo contesto. L'incontro tra Papini e il Cardinale, diventa così il confronto tra due potenze che si pongono, tuttavia, in termini di dialogo tra due istanze umane, più che tra due poteri.