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Orlando racconta la sua Terra, così come vissuta e percepita durante la sua infanzia e adolescenza. Ne nasce uno spaccato realistico di una Calabria che fu. La sua personale biografia, con la descrizione di usi e costumi tipici della realtà contadina dell'epoca, si intreccia con storie e situazioni che raccontano miseria, attaccamento alla terra, assuefazione o ribellione dei più poveri e disperati ai soprusi dei più abbienti, in una lotta perenne per l'equità sociale. Tutto per far conoscere quella Terra e i suoi costumi a chi calabrese non è, ma anche e soprattutto a chi, pur avendo origini calabresi, è nato lontano e non serba ricordo delle proprie radici, a causa di genitori distratti o poco consapevoli. L'essere umano senza radici e senza memoria è un'opera bella, ma incompiuta.