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Come le immagini dell'arte, che aiutano i posteri a sintonizzarsi con la sensibilità collettiva di un'epoca passata, anche il teatro è uno degli specchi della società, porta privilegiata per accedere alla visione che i contemporanei hanno del mondo in cui vivono. Proprio in quest'ottica, il volume analizza la letteratura del teatro intesa non solo come divertimento, ma soprattutto come strumento di insegnamento, di propaganda o di polemica nei confronti dell'ordine prestabilito. Teatro, dunque, come mass-media ante litteram che, sul suo palcoscenico, riflette l'immagine della società. In questo studio, il tempo è quello a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, momento cioè in cui lo Stato assoluto europeo getta le sue basi; lo spazio quello dell'Inghilterra; l'azione quella della storia e dei drammi che la riflettono, mentre il punto di vista sarà soprattutto quello di uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi: William Shakespeare. Nel rispetto delle unità aristoteliche di tempo, spazio e azione, l'analisi limita il tempo a quello delle pièces teatrali, lo spazio a quello della scena e l'azione, con valenza prettamente storica, allo svolgersi del racconto.