Tab Article
Il volume discute l'Islam non come pura religione ma come ibridazione tra politica e religione, come "religione-stato", dalla sua fondazione maomettana nel 622 d.C.; e quindi come dottrina politica sostenente l'uso teocratico di una religione configurabile come monoteismo armato. La discussione è centrata sull'attuale condizione dell'Islam, passato da impero a terzo mondo, con l'eccezione della Turchia kemalista, ed oscillante politicamente tra rivoluzione sciita iraniana e primavera araba prossima all'occidentalizzazione costituzionale. Anche per l'Islam insomma il diritto positivo sembra così sempre più ispirato, nell'era della globalizzazione, da un idealtipo costituzionale occidentale in cui sono vincenti i valori della democrazia e dei diritti umani, sostenuti dai risultati positivi di una cultura espansiva senza frontiere perché proficua per tutti, contro cui il passato islamico gioca talora, ahimé, solo la carta insanguinata di un jihadismo senza futuro.