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Nella seconda metà del XIX secolo, in piena epoca vittoriana e positivista, alcuni giuristi (Bachofen, Maine, McLennan, Morgan) si preoccupano di studiare le culture non occidentali e la storia delle società antiche. Dal diritto, unica disciplina che, insieme alla storia, si occupa del soggetto, compare l'interesse per l'Altro, per comprendere le origini comuni che ci collegano ai primitivi. Per questa "sensibilità" insieme storica e giuridica sono considerati non a torto i primi sociologi e etnologi del diritto, ma anche i primi veri comparativisti. Questi antropologi del diritto iniziano così a studiare le società a partire dall'idea che sia possibile riscontrare, in tutte le culture, costrutti simili quali la proprietà, la famiglia, il crimine. La modernità di questi studiosi ottocenteschi e della loro antropologia giuridica si afferma oggi nel riconoscimento degli etnodiritti e delle differenti emergenze culturali.