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Perché occuparsi oggi di Giovanni Gentile a settant'anni dalla sua morte? Perché il filosofo siciliano è uno dei massimi pensatori della prima metà del XX secolo, in sintonia con le principali tendenze filosofiche europee del primo Novecento. La sua totale compromissione col fascismo, non separabile dal nucleo teoretico della filosofia attualista, non può più impedire il confronto con quello che possiamo definire totus philosophus. Gentile esprime realmente la potenza della speculazione filosofica, intesa come ricerca del fondamento e dell'inizio, ovvero come ricerca del principio unificatore di tutto il reale. La figura di Gentile, nel volume antologico curato da Gianfranco Giudice, viene presentata attraverso un percorso di testi organico che abbraccia tutti i momenti più rilevanti della sua produzione: dalla definizione teoretica dell'attualismo, alla pedagogia, all'impegno politico e ideologico, al sostegno del fascismo fino alla vicenda tragica della sua morte nel 1944, nel fuoco della guerra civile e di liberazione che ha sconvolto l'Italia.