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Questo libro vuole essere un'opera nuova e trasversale. Mettendo in campo competenze che possono sembrare lontane, finisce per costituire un intreccio tra storia e scienza a dire il vero intrigante. Il piacere di vivere la peste in una corte importante come quella degli Estensi, attraverso le storie, lo sgomento di fronte ad un evento contro il quale sguainare le poche armi del tempo, il fascino del rimedio segreto. Lo scoprire poi con gli occhi moderni del chimico farmaceutico che forse l'olio di scorpioni era un'arma potente, che ha ancora molti segreti da rivelarci, e l'allarme dell'infettivologo che il flagello del passato possa essere ora una malattia riemergente, minaccia per il futuro. Il lavoro, frutto di una consolidata collaborazione con la Biblioteca Ariostea è l'occasione, non da ultimo, per una preziosa analisi di manoscritti e opere che trattano di peste conservati nella biblioteca stessa.