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Nata in Inghilterra e Stati Uniti come letteratura militante, la narrativa 'gendered' si è imposta all'attenzione del pubblico con due caratteristiche riconoscibili: la matrice femminista e il realismo delle trame. Le storie vengono scelte per il loro valore politico e seguono un ordine naturale, rinunciando alla 'suspension of disbelief' che permette al lettore di giocare con la 'fiction' spingendosi fino al limite del 'life-writing'. In Italia, invece, l'iniziale diffidenza verso la 'gender critics' ha portato a inquadrare le voci femminili più per il loro stile che per l'intento politico, finendo - paradossalmente - col suggerire una soluzione per il futuro di questa narrativa. Recuperati i meccanismi finzionali del racconto, le storie 'gendered' potrebbero diventare banco di prova delle politiche sociali, economiche e culturali, e favorire l'accettazione di nuovi ruoli della donna e nuovi punti di vista sui sessi.