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Arnold Toynbee (1889-1975) fu figura controversa e sfuggente, antichista e bizantinista, teorico delle Relazioni Internazionali: il suo nome è legato soprattutto a "A Study of History", una storia comparata delle civiltà in dodici volumi, opera che esercitò influenza su Martin Wight, Karl Popper, Henry Kissinger, William McNeill. Toynbee sembra aver portato alla luce alcuni gangli vitali della cultura europea: il rapporto con il mondo greco-romano, il senso tragico degli avvenimenti, la tensione globale della sua civiltà. Come Spengler, Toynbee ha tentato di elevare l'analogia a scienza, di farne il perno della comparazione storica. Tuttavia, l'analogia è pensabile soltanto con le categorie della tragedia greca e quest'ultima soltanto come religione. Così, al crollo delle certezze occidentali, il libro riflette sul senso della cultura classica e sui limiti della storia universale. Grecia o Roma, rivoluzione o tramonto, democrazia o impero sono i dilemmi su cui l'Occidente s'interroga.