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Nei racconti de "Il ritorno" che si collocano nella tradizione realistica, anzi neorealistica (non nell'accezione negativa che questo termine ha assunto ad opera della neoavanguardia italiana), Puccinelli rappresenta la realtà storica del suo tempo (ad es. l'emarginazione e il progressivo degrado delle zone tagliate fuori dal progresso economico), e soprattutto coglie un aspetto del secondo dopoguerra che si sarebbe evidenziato, dopo l'euforia degli anni Sessanta, a partire dalla metà dei Settanta: la sostanziale immobilità, al di là di una nevrotica mutabilità, dei valori e delle prospettive, per cui lo si voglia o no riconoscere, i punti di riferimento sono non nel presente, ma nel passato e nella tradizione.