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Il "principio gnostico", che separa radicalmente spirito e materia, è per Hans Jonas una struttura teoretica che scorre come un fiume carsico sotto la superficie del pensiero occidentale riemergendo ciclicamente. In esso egli ravvisa una delle radici del nichilismo e della crisi ecologica, esiti finali dello svuotamento spirituale della natura iniziato col dualismo cartesiano e portato a termine dalla scienza moderna che, travolgendo mente e coscienza, tutto riduce a puro gioco di forze materiali. Nemmeno il maestro Heidegger è stato risparmiato dall'essere ascritto tra gli epigoni di una Gnosi perenne che finisce per alterare il rapporto dell'uomo anche con la propria corporeità e per renderlo incapace perfino di pensare la relazione tra spirito e materia. A tale sfondo opaco Jonas contrappone la realtà psicofisica della vita, dotata di "gradi ascendenti d'interiorità", la cui massima espressione è l'uomo, concepito come archetipo dell'essere.