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Immagine nell'immagine, l'"imago clipeata" affonda le proprie origini nell'arte greca e romana rivestendo in diversi ambiti (pittorico, scultoreo e architettonico) un ruolo ora commemorativo, ora eroicizzante, divenendo poi gradualmente, a partire dell'età tardoantica, un elemento frequentemente impiegato nell'arte cristiana: esso, pur liberandosi dell'antica ascendenza pagana, conserva tuttavia la propria funzione celebrativa trasferendola sulle effigi di Santi, Sante, croci e monogrammi cristologici. Svolge così una funzione sacralizzante, assumendo posizioni di rilievo, in special modo nei programmi musivi parietali degli edifici di culto. Attraverso l'esame delle "imagines clipeatae" di area occidentale e orientale, attribuibili al periodo compreso tra IV e IX secolo, esistenti e scomparse - ma note attraverso le fonti -, l'opera intende offrire una visione complessiva di questa cifra iconografica che incontrò grande favore e diffusione nell'arte paleocristiana e bizantina, assicurando continuità alla tradizione classica, arricchita però di nuove ideologie e di una nuova spiritualità.