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La storia della teoria dell'eccezione, scrive Schwalbach, mostra una serie ininterrotta di malintesi. Ed in effetti l'istituto, dalla sua lontana origine nel processo formulare romano ad oggi, è stato caratterizzato da complesse e spesso contraddittorie evoluzioni e trasformazioni, parallelamente al mutare del contesto storico-sociale ed allo sviluppo della scienza giuridica. Tuttavia, scomparso il pretore e il mondo romano, scomparsa la visione medievale dell'impero e della compilazione giustinianea, l'istituto è, tuttavia, sopravvissuto legando indissolubilmente il suo significato alla teoria dell'azione. Definire l'eccezione vuol dire definire, innanzitutto, definire l'azione, osserva Colesanti; e la polisemia del vocabolo eccezione è, oggi, innanzitutto polisemia del vocabolo azione. In questo studio si cercherà di dare conto delle complesse evoluzioni dell'eccezione, tentandone un possibile inquadramento unitario che sia il più possibile coerente con il sistema del processo e che consenta, al contempo, di pervenire a validi risultati ermeneutici sul piano pratico.