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Nel Museo Diocesano di Fermo è esposto uno dei più preziosi codici miniati marchigiani: il Messale de Firmonibus, documento eccezionale, per sontuosità e raffinatezza esecutiva, di quella stagione tardogotica fiorita in un territorio caratterizzato dall'intreccio tra esperienze artistiche autoctone, come quelle dei fratelli Salimbeni di Sanseverino e di Gentile da Fabriano, e influenze di altra provenienza geografica, oltralpina, veneta, lombarda. Il presente studio monografico ripercorre la storia interna del manoscritto, articolata in almeno due fasi esecutive principali, affrontando nuovamente la questione della committenza e dell'attribuzione del ricco corredo decorativo ed evidenziando le linee portanti del programma iconografico, intessuto di valori devozionali specifici e di precise scelte di gusto. Un viaggio all'interno di un vero e proprio "monumento", che custodisce ed esibisce da secoli sulle proprie pagine anche il senso di una consapevole e orgogliosa operazione di immagine da parte dei due capisaldi istituzionali della Fermo quattrocentesca: la Cattedrale e il Comune.