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In quanti siamo? "Nel corso di un'esistenza anche normale un gran numero di personalità distinte si succedono". Così scriveva nel 1892 lo psicologo Alfred Binet. Il saggio si propone di ripercorrere le tappe attraverso cui la psicologia sperimentale francese dei medici-filosofi, nella seconda metà del XIX secolo (ancor prima del fiorire della psicoanalisi freudiana), è giunta alla formulazione del concetto di Io diviso nei soggetti sani, e di indagare come questo abbia influenzato la letteratura, il teatro e il cinema del Novecento. Pensiamo, ad esempio, a Luigi Pirandello, che prende a modello la teoria delle personalità plurime per rendere totale l'identificazione tra l'artista-creatore e i suoi personaggi, Io parziali del drammaturgo stesso. O ancora a Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, un vero e proprio exemplum letterario del lavoro di Binet e dei coevi psicologici francesi.