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Asclepiade di Samo è il poeta che, agli inizi dell'età ellenistica, contribuisce in maniera decisiva a modellare l'epigramma erotico fissandone le caratteristiche fondamentali. La sua influenza sulle generazioni successive sarà enorme. In lui la critica riconosce il "princeps" di un genere che, riflettendo a pieno le tendenze della nascente poetica alessandrina, si compiace di affidare al lettore - come in una sfida - il compito di decrittare la molteplicità delle implicazioni condensate in brevi componimenti dal dettato essenziale e nondimeno spesso tramato da una fitta rete di relazioni intertestuali. A ciò si aggiunga, come tratto specifico di Asclepiade, l'uso frequente di un'ironia abilmente dissimulata: il che obbliga a leggerne gli epigrammi in filigrana, con lo sguardo della mente costantemente rivolto al di là della superficie del testo. Il volume, concentrandosi in modo selettivo su quindici componimenti, esplora il mondo dell'epigrammista affrontando questioni ancora aperte, approfondendo aspetti finora poco indagati, mirando - in specifici casi - a rimettere in discussione interpretazioni da tempo consolidate.