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La luce che questo libro intende fare sugli scrittori italiani presi in considerazione dovrebbe indurre i critici letterari a "superare" finalmente (come fece Benedetto Croce con Ludovico Ariosto) obsoleti pregiudizi e schemi interpretativi impedenti una fruizione sufficientemente approfondita e completa delle tematiche care a Gabriele d'Annunzio, Cesare Pavese, Carlo Levi e Rocco Scotellaro: ad esempio la discesa agli Inferi, il mondo dei Padri, il confino, la lontananza. In tal modo, se ne coglierebbe l'unità nella diversità: pur nella lontananza dei rispettivi intenti, negli autori analizzati trapela un forte anelito verso l'armonia. Inoltre, questo libro mette l'accento sull'ultimo e molto importante scritto di Levi: "Quaderno a cancelli".