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n questo inizio del terzo millennio sta diventando sempre più incolmabile il divario tra arte, scienza e più in generale tra dimensione materiale ed immateriale dell'esistenza. La metafora del "segreto" del pendolo di Bentov è una sfida all'ordinario "buon senso", un invito ad inoltrarsi nelle acque profonde di una nuova visione dell'esistenza vista in una prospettiva olografica che porta a riconsiderare il significato di parole come estetica, realtà, materia, tempo, spazio, vita, coscienza, anima. Questo saggio non è un "instant book" usa e getta, è un percorso mentale innovativo proposto al lettore da un artista-ricercatore "non locale", con una tensione profonda derivante dalla ignoranza consapevole e dal desiderio insopprimibile di viaggiare tra le suggestioni evocate dalla conoscenza scientifica e le misteriose dinamiche dell'Ordine invisibile della vita. Le segrete geometrie di questo profondo invisibile sono molto più simili alla evanescente concretezza del pensiero e dei sentimenti mistici che alle distanze misurabili della geometria Euclidea.