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Siwa, la più settentrionale fra le oasi egiziane nei pressi dell'attuale confine con la Libia, era nell'antichità uno dei più celebri centri oracolari del mondo mediterraneo, visitato anche da Alessandro Magno nel 331 a.C. e consacrato ad Ammone, divinità di ascendenza egizia poi fusasi con lo Zeus greco. Attraverso l'analisi delle fonti e ripercorrendo criticamente oltre un secolo di studi sull'argomento il libro propone una ricostruzione diacronica della storia di questa località, divisa fra una spiccata autonomia derivata dalla sua peculiare identità libico-berbera e l'inevitabile influenza su di essa esercitata dalle importanti realtà politiche circostanti: l'Egitto faraonico e poi greco-romano da una parte e le colonie greche di Cirenaica dall'altra. Questo, insieme alla necessità di rapportarsi con il problema degli spostamenti attraverso le distese desertiche, condizionerà la vita dell'oasi proiettandola su un orizzonte geografico, culturale ed economico molto articolato.