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I mondi si vedono e si conoscono viaggiando, fisicamente e simbolicamente. L'incontro con l'altro e con l'altra è sempre un viaggio, è esperienza, è ascolto e narrazione: è riconoscersi compagne di viaggio. L'incontro con donne migranti permette di riposizionarsi, di mettersi in viaggio verso l'universo simbolico migrante, in un percorso reciproco fatto di parola e ascolto, partendo da sé. Non più donne immigrate ma esperienze biografiche in viaggio togliendo la maschera degli stereotipi e dei pregiudizi, legata alle idee di vittima e di passività - per avviare pratiche di conoscenza, accoglienza, e processi di reale riconoscimento. Un cambiamento di prospettiva, che si traduce nella scelta dei luoghi, della metodologia, del margine. A partire dal Mediterraneo: spazio movimento attraversato dal discorso postcoloniale. Un "messaggio nella bottiglia" - riprendendo una celebre espressione di Adorno affidato al mare senza la certezza di chi e come lo potrà raccogliere. "Messaggi nella bottiglia", come le voci delle donne migranti che esprimono in narrazioni e azioni le loro speranze in un Mediterraneo non più confine ostile e minaccioso, ma spazio di pace, di incontro, di viaggi.