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Il XX secolo ha mostrato la fragilità della democrazia, sempre esposta a crisi di legittimità, ma allo stesso tempo l'ha riconosciuta come unica forma attraverso cui si può progettare una cittadinanza inclusiva. L'autrice mette a fuoco il mutare del concetto di "diritto di resistenza" nell'opposizione ai totalitarismi europei e nella costruzione delle democrazie del secondo dopoguerra, in particolare il caso italiano. Attraverso un'analisi della trasformazione di questo concetto nella filosofia politica e l'analisi di quattro figure (S. Weil, D. Bonhoeffer, I. Mancini, M. Foucault) l'autrice indica alcune prospettive per il dovere/diritto di resistenza per le democrazie contemporanee.