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Lo studio dei rapporti tra agiografia e censura è un campo di indagine ancora poco esplorato. Questo libro, frutto di estese ricerche in biblioteche e archivi ecclesiastici e statali, ricostruisce le modalità con cui le gerarchie romane hanno controllato le vite dei santi grazie alla pratica della censura preventiva e dell'autocensura coatta da parte dell'autore. Questi testi, promossi dagli ordini religiosi, sono importanti perché erano tra i pochi a circolare in volgare e a livello popolare. Oltre ai roghi e alle liste dei libri proibiti è esistita una pressione culturale media sospesa tra conformismo, prescrizione e obbedienza che non ha toccato le punte alte del pensiero, bensì ha agito in basso con effetti rilevanti, ma troppo spesso trascurati, sulla qualità della vita culturale e religiosa italiana.