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Questo saggio guarda da una prospettiva originale e provocatoria il rapporto tra la filosofia di Heidegger e il Nazismo, prendendo in esame il celebre incontro che il pensatore tedesco ebbe con il poeta ebraico Paul Celan tra i sentieri della Foresta Nera nel luglio del 1967. I due per anni si erano cercati e scritti, ma quando finalmente si incontrano e camminano lungamente insieme rimangono in totale silenzio. Qual è il significato di quel reciproco tacere? Fu (come si è soliti credere) il passato nazionalsocialista di Heidegger a impedire la comunicazione con quello scrittore che aveva vissuto tragicamente su di sé l'orrore della Shoah? O, piuttosto, si posero di fronte due concezioni abissalmente distanti del pensare e del poetare, sulle quali siamo chiamati a riflettere? L'autore esplora quest'ultima opzione ermeneutica e individua infine in quella "passeggiata impossibile" un momento cruciale della storia culturale dell'Europa, nel quale viene alla luce il nichilismo essenziale della modernità.