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La raccolta di saggi intende dare conto di una direttrice di ricerca perseguita dall'autore, che all'ingrosso si può situare tra filosofia politica, storia della mentalità e storia dei concetti, categorie storico-religiose. Al centro teoretico vi è il dispositivo storico-filosofico dell'ebraismo tedesco, quale si è articolato in Germania tra prima guerra mondiale e presa del potere da parte di Hitler, che rappresenta per molti versi un processo esemplare di individuazione di alcune categorie filosofiche, politiche e religiose ancor oggi centrali. Attraverso la ricostruzione di alcune prese di posizione particolarmente significative in campo teologico-politico di autori come Walter Benjamin e Gershom Scholem, Ernst Bloch e Martin Buber, Hans Joachim Schoeps e Jacob Taubes tra gli altri, si vuole ricordare un singolo tratto del rapporto dell'intellettuale con il potere, centrale nella tradizione occidentale e qui esemplarmente esibito nella doppia e simultanea appartenenza all'ebraismo e alla germanicità; un rapporto colto sia nel suo momento epifenomenico, sia in quello di una sua più profonda elaborazione teoretica, e sospeso tra critica e crisi. Prefazione di Mauro Ponzi.